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    www.lastampa.it  - LA STAMPA Cuneo del 07/09/2016  
    
    di 
     Paola Scola e Zaira Mureddu - Vicoforte (Cuneo)  
    
    Nella 
    cupola ellittica ti passa anche lo stress   
    
    Test a Vicoforte, mentre apre la fiera commerciale  
      
    
    Quando si dice: «Toccare il cielo con un dito». 
    Sulla maxi cupola della basilica di Vicoforte, nel Monregalese, la 
    sensazione di benessere è doppia. Perché si possono sfiorare le nuvole 
    (l’altezza massima è di 60 metri) e perché, ora lo dimostra anche un 
    esperimento scientifico, salire in alto e godere di bellezza straordinaria e 
    cultura «fa star bene».   
    
    In un anno e mezzo hanno provato l’esperienza 
    di «conquistare» la sommità della cupola ellittica affrescata più grande del 
    mondo 42 mila visitatori (c’è tempo fino a fine ottobre). In più, un 
    centinaio di volontari si è prestato alla ricerca medico-scientifica che la 
    cooperativa «Kalatà» (ideatrice del «Magnificat», cioè la scoperta di luoghi 
    mai visitati) ha varato con l’Università Alma Mater di Bologna. Con una 
    domanda: «Vivere un’esperienza culturale e artistica incide fisicamente sul 
    benessere della persona?». Al primo studio di questo tipo in Italia hanno 
    preso parte 100 «pionieri», fra i 18 e i 75 anni. Gente comune, alla quale è 
    stata offerta la visita in cambio dell’esame fisico delle reazioni: 
    concentrazione di cortisolo, registrazione del battito cardiaco e campioni 
    di saliva prelevati in partenza e arrivo, dopo aver superato 260 scalini.  
    
     L’idea di portare i visitatori là dove non era 
    mai stato nessuno - sulla vetta del «cupolone» - ha la firma di Nicola 
    Facciotto, 40 anni, musicologo per formazione e appassionato di montagna. 
    Guida «Kalatà», cooperativa di «amici-dipendenti-soci». Obiettivo: «Creare 
    progetti per far cultura». «L’exploit - racconta - è nato quando, con 
    Alessandro Beltrame, che filma meraviglie del mondo, dovevamo far riprese 
    dall’alto. Salendo in assetto alpinistico, mentre gli raccontavo la storia, 
    ci siamo detti: “Perché non condividerlo con la gente?”».  
    
     L’Amministrazione del Regina Montis Regalis ne 
    ha concesso l’uso esclusivo per 5 anni; gli ingegneri hanno messo in 
    sicurezza il percorso, su cui Kalatà ha investito un mutuo da 280 mila euro. 
    Come per un’officina. «Abbiamo dato lavoro a 13 persone e visibilità 
    nazionale a un’opera d’arte - dice Facciotto -. Il nostro target è “tutti”». 
    E il Santuario risulta l’edificio italiano più alto, senza ascensore, 
    visitato da disabili: «Abbiamo varato un sistema di sicurezza, grazie al 
    Soccorso alpino, e ci sono già stati ospiti». Visite tutti i giorni, escluso 
    lunedì.   
    
     La Basilica, accanto alla quale fino a 
    domenica c’è la fiera commerciale all’aperto più grande del Nord Ovest, 
    sorse intorno a un pilone. Nel 1592, un cacciatore colpì per sbaglio 
    l’immagine della Madonna col Bambino che, per tradizione, sanguinò. Per 
    riparare, l’uomo appese l’archibugio al pilone (oggi conservato in una 
    cappella) e iniziò una raccolta di fondi. Carlo Emanuele I di Savoia, nel 
    1596, commissionò il tempio all’architetto di corte Ascanio Vitozzi, per 
    renderlo mausoleo sabaudo.   
    
     Ma la morte di Vitozzi creò vicissitudini al 
    cantiere, compresa un’instabilità rimasta a tutt’oggi (monitorata dal 
    Politecnico di Torino in modo sofisticato). Gallo e Juvarra finirono la 
    cupola, nel 1732. All’interno, oltre 6000 metri quadrati affrescati. I 
    visitatori (con elmetti, imbragature e guide), superati scale a chiocciola, 
    cunicoli e balconate, li sfiorano. E si sentono «bene».  
    
     «Il 90% degli esaminati era più felice - 
    dice Enzo Grossi, dell’ateneo di Bologna, coordinatore dell’esperimento -, 
    in gran parte le donne. Il 60% aveva meno cortisolo, cioè l’ormone dello 
    stress, il 40% un maggior livello di benessere percepito. Un progetto mai 
    eseguito. A breve i risultati completi saranno pubblicati in una rivista 
    scientifica internazionale».  
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